Chernobyl, Fukushima e poi…? Mercoledì 6 luglio alle ore 18.30Incontro con l’artista giapponese Yumiko Sakata e Roberto Franzina, vice-presidente dell’associazione “Il Ponte-Mict” sulle conseguenze dei disastri nucleari in Europa ed in Estremo Oriente.
L’evento è organizzato nell’ambito della mostra Adamà. Cantica per la terra,
Prima del’incontro sarà effettuata una visita guidata gratuita alla mostra alle ore 17.
Chernobyl, Fukushima e poi…?
A 25 anni dall’incidente nucleare di Chernobyl, il Giappone, ma anche il resto del mondo, ha rivissuto drammatici momenti di paura per la catastrofe di Fukushima a seguito del terribile terremoto e del conseguente Tsunami che hanno colpito il paese del “sol levante”.
Riflessioni, considerazioni, emozioni e sentimenti raccontati da Yumiko Sakata e da Franzina Roberto.
Yumiko Sakata (1946, Narashino-Chiba, Giappone). Dal 1962 al 1965 è membro del gruppo di belle arti del Liceo femminile di Chiba. Nel 1978 studia pittura e lingua italiana a Roma e dal 1995 si trasferisce definitivamente in Italia e diventa allieva di Vico Calabrò per approfondire l’arte dell’affresco.
Franzina Roberto (1969, Vicenza). Professore di Matematica e Fisica presso il Liceo Scientifico Tron di Schio (VI). Dal 1998 è vice presidente dell’associazione umanitaria e culturale “Il Ponte-Mict” Onlus che si occupa dei “soggiorni di risanamento” di bambini ucraini in Italia.
Immagine dall’installazione ambientale di Mauro Sambo, Senza titolo, 2011, n° 3 lastre di piombo ritagliate, erba, cm. 50×50 cu.
L’artista ci mette di fronte senza mezzi termini ai tre disastri ambientali di cui siamo venuti a conoscenza attraverso i numeri delle vittime di Hiroshima (129558) e Chernobyl (34499 riferita agli addetti ai lavori), mentre per Fukushima c’è solo la scritta. In quest’ultima lastra lascia i punti di sospensione per dire che per ora non ne conosciamo la cifra e forse non la sapremo mai di preciso, poiché i “numeri ufficiali” non sono mai purtroppo quelli effettivi, in quanto disastri del genere continuano la loro azione distruttrice anche dopo molto tempo (come ha evidenziato anche Mirco Rossi durante l’incontro su Nucleare, energie rinnovabili e declino del petrolio, tenuto a PaRDeS lo scorso 24 maggio).
Nell’opera di Sambo vi è comunque un segno di speranza: la natura continua il suo corso e l’erba trova ugualmente la strada per cresce ed innalzarsi oltre le fredde lastre e tra le scritte perentorie.