Arte PaRDeS
PERCORSI INTERIORI
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PERCORSI INTERIORI

Annalù, Franco Armieri, Huang A Zhong, Ariela Böhm, Huguette Blèzés, Alessandro Cadamuro, Alessandro Cardinale, Anna Cassarino, Franco Cimitan, Leonardo Cimolin, Franco Corrocher, Franco Costalonga, Nadia Costantini, Paolo Del Giudice, Amedeo Fontana, Roberto Fontanella, Silvio Gagno, Franco Gazzarri, Cristina Gori, Enzo Guaricci, Zhang Gui Ming, Maura Israel, Abdallah Khaled, Sirio Luginbühl, Mya Lurgo, Yuan Kan, Ion Koman, Maria Pia Michielon, Maria Micozzi, Gianna Moise, Barbara Nahmad, Pain Azyme, Aldo Pallaro, Simone Pellegrini, Barbara Pelizzon, Tobia Ravà, Cloti Ricciardi, Maria Pia Fanna Roncoroni, Oreste Sabadin, Santorossi, Hana Silberstein, Sandy Skoglund, Buci Sopelsa, Francesco Stefanini, Marialuisa Tadei, Paolo Tommasini, Cesare Vignato, Valerio Vivian, Paola Volpato, Hu Wei Da, Zhou Zhi Wei, Stefano Zaratin

Dopo la mostra L’anima del suono realizzata nella primavera-estate del 2009, l’associazione culturale Concerto d’Arte Contemporanea e PaRDeS – Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea, ha aperto i battenti con una nuova esposizione Percorsi interiori, a cura di Maria Luisa Trevisan, che propone un viaggio introspettivo attraverso le opere di artisti contemporanei italiani e stranieri. Le Magnolie di Cristina, installazione ambientale realizzata dallo scultore Aldo Pallaro nel giardino, parte dal presupposto che la pianta è un essere vivente. Prendendo spunto dal percorso della linfa all’interno dell’albero, vi rappresenta le ramificazioni ed il colore del nostro sistema sanguigno. Ariela Böhm, con un gorgo visualizza lo scivolare verso l’interiorità, concetto presente anche nell’opera di Tobia Ravà, Shanà Tovà 5769, dove sono di buon auspicio le evoluzioni concentriche dei pesci rossi, a cui l’artista si è ispirato ripensando al suo viaggio compiuto a Pechino, invitato l’anno scorso all’Olimpic Fine Art. Qui i laghi ed i fossati in prossimità dei templi sono completamente rossi tanta è la quantità di pesci che vi nuotano, soggetto quindi legato all’oriente e perciò molto amato da artisti come Matisse. Anche l’americana Sandy Skoglund ci mostra una moltitudine di animali, una scena divertente e surreale allo stesso tempo di scoiattoli al drive in (fotografia di set), il russo-moldavo Ion Koman in Introspezione aviaria dipinge ordinatamente una sfilata di eleganti galline. Franco Cimitan ci proietta in un tempo lontano, in luoghi onirici ed incantati, che sembrano appartenere ormai solo ad un passato in cui la natura era sovrana, quei paesaggi appena offuscati da un po’ di foschia che anche Giorgione ha amato dipingere. In Graziella Da Gioz la natura non è così dolce, ma si fa più dura e pungente sotto le sferzate del vento invernale che porta acqua e neve. Percorsi ottico – cinetici sono presenti nelle sculture sferiche in plexiglass di Franco Costalonga ed in quelle mobili in acciaio di Nadia Costantini collocate sotto i noccioli, intrattenendo con la natura circostante un dialogo di riflessi e movimenti che si fanno danza. In Maria Pia Fanna Roncoroni il discorso è tra due seggiole in ferro e bronzo collocate in giardino, metafora del dualismo “lui – lei”, argomento più volte trattato dall’artista trevigiana ed interpretato come un incontro-scontro tra due mondi, due concezioni dell’essere. Paolo Del Giudice offre un ritratto di Pisolini intenso dal volto scavato ed occhi penetranti. Roberto Fontanella nei suoi dipinti effettua invece l’analisi del microcosmo naturale attraverso una lente macro che ci mostra le forme meravigliose, come in Green star, di certi piccoli semi altrimenti invisibili. Metamorfosi è il titolo della rielaborazione fotografica di Cristina Gori quale metafora del cambiamento che avviene nel rapportarsi con “l’altro”, un intreccio tra umano e vegetale, naturale e artificiale. I soggetti di Alessandro Cardinale sono corpi di uomini o donne e la sua tecnica è tutta manuale: graffiando il colore precedentemente steso uniformemente su vetro o su plexiglass arriva a risultati che si avvicinano alla maniera nera della grafica. Il tema del viaggio come momento di conoscenza di se stessi e dell’altro è sviluppato da Zhou Zhi Wei e Abdallah Khaled, il primo con ritratti di genti asiatiche che ha incontrato nel suo cammino, come nel tenero e toccante disegno di una giovane mamma della Mongolia con in braccio il suo bambino.
Il secondo con immagini della sua terra: paesaggi nord africani dai colori sabbia evocanti il deserto, ma anche la rigogliosa vegetazione dell’Atlante. Anche nella martinicana Huguette Blézès vi è il ricordo della terra dei suoi avi nella rosa zebrata realizzata a rilievo con stoffe africane. Incentrata sulla violenza femminile è l’installazione realizzata da Barbara Pelizzon: una sorta di recinto all’interno di un altro recinto, quello del vecchio tennis. Le reggette di metallo ruggine e i pezzi di Barbie (gambe, testa, braccia fasciate da garza) pendono dall’alto, comunicando ansia e dolore per le violenze inferte e per la condizione di chiusura a cui è sottoposta la donna. Pain Azyme ci proietta nello spazio astrale, all’interno delle traiettorie dove tutto ha la “tendenza a ritrovarsi”. Il percorso in Cesare Vignato è sempre “verso la luce”, anche quando incombono minacciose fere nere e mine vaganti il cielo è sempre luminoso, limpido, di un celeste magrittiano. I paesaggi sempre più rarefatti e sospesi di Francesco Stefanini rimandano ad un attesa che si protrae all’infinito. L’annullamento è invece totale in Silvio Gagno con un nero su nero, che come Malevic azzera l’immagine, ma esalta la materia pittorica che si addensa come a formare una trama regolare. Marialuisa Tadei con il suo mosaico in pasta vitrea ci proietta in sontuose atmosfere bizantine.
Un viaggio nell’evoluzione della specie è rappresentato dalla scultura di una giraffa a dare un beneaugurante saluto di pace: Shalom Darwin da Tobia Ravà nell’anno che festeggia il grande scienziato.

Mentre Barbara Nahmad ritrae Muhammad Yunus,”il banchiere dei poveri”, inventore del microcredito, ovvero di un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali.
Per i suoi sforzi in questo campo ha vinto il premio Nobel per la Pace 2006.
Sirio Luginbühl, con Le rose tristi di Pechino, rende omaggio agli artisti cinesi ospiti a Mirano e crea un collegamento tra passato e presente riprendendo l’immagine di una principessa triste dell’età imperiale cinese illuminata in maniera kitsch da lucine rosse.
Oltre alle opere in permanenza degli artisti che hanno già esposto con l’associazione sono presenti alcuni lavori su carta degli artisti cinesi Yuan Kan, Huang A Zhong, Zhang Gui Ming, Hu Wei Da, artisti cinesi tra i più importanti in Estremo Oriente, che sono stati in residenza a PaRDeS all’inizio di settembre ed hanno effettuato un workshop, da cui è nata una grande opera collettiva eseguita insieme agli altri artisti esposti in mostra. Yuan Kan, il più giovane e anche sperimentatore di nuove tecniche, è scultore e fotografo; presenta alcuni lavori fotografici delle sue installazioni, dal titolo Pesche, allusive alla donna e alla sua sensualità.
Haung A Zhong ripropone il tipico paesaggio cinese in Acqua e montagna, a china su carta. Zhang Guiming con Stagno d’estate, coniuga il tradizionale disegno cinese a china su carta con l’astrattismo occidentale, usando i colori di Mondrian, il segno di Mirò e Kandinsky, mentre il giovane Hu Weida in Ricordo svanito, esegue un virtuosistico disegno a matita su carta che riecheggia le forme sensuali e femminili dei disegni surrealisti di Dalì.

La mostra e l’intera giornata del workshop sono stati ripresi dalla Shangai Oriental Television, (la seconda televisione della Cina con uno share giornaliero di 150 milioni di spettatori) che ha effettuato un viaggio in Italia, durante il quale ha realizzato presso PaRDeS una delle 16 puntate del loro percorso dal titolo Passion on Italy che verrà trasmesso nel sud della Cina. In particolare la puntata realizzata a Mirano ha visto protagonista Tobia Ravà ed il suo atelier, dove ha spiegato in un’intervista alcune sue opere incentrare sulla mistica e la matematica. La visita in Italia degli artisti cinesi e degli operatori televisivi è stata organizzata dall’artista cinese Zhou Zhi Wei.

Fa parte della mostra: Percorsi interiori 2009

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